Austria-Ungheria

Eredità territoriale

Immediatamente dopo la Prima Guerra Mondiale

I seguenti stati furono formati, ristabiliti o espansi con la dissoluzione della precedente monarchia austro-ungarica:

Austria tedesca (che divenne la Repubblica d'Austria)

Prima Repubblica Ungherese che divenne la Repubblica Sovietica Ungherese, successivamente brevemente restaurata e sostituita dalla Repubblica Ungherese, infine trasformata nel Regno d'Ungheria

Prima Repubblica Cecoslovacca, successivamente "Cecoslovacchia"

Seconda Repubblica Polacca, contestata dai proto-stati di breve durata della Repubblica di Tarnobrzeg e della Repubblica Socialista Sovietica Polacca

Stato di Sloveni, Croati e Serbi e il Regno di Serbia, entrambi successivamente assorbiti nel Regno dei Serbi, Croati e Sloveni

Grande Romania

Regno d'Italia

Repubblica di Cina (ex concessione austro-ungarica di Tianjin)

i proto-stati ruteni (ucraini e rusini) di breve durata della Repubblica Popolare Ucraina Occidentale (successivamente assorbita nella Repubblica Popolare Ucraina), la Repubblica di Hutsul, la Repubblica di Lemko, la Repubblica di Komancza e la Repubblica Socialista Sovietica Galiziana;tutti furono infine assorbiti principalmente in Polonia, ma anche in Ungheria, Cecoslovacchia, Romania e Jugoslavia.

Il Principato del Liechtenstein, che in precedenza si era rivolto a Vienna per protezione e la cui casa regnante deteneva notevoli beni immobili in Cisleitania, formò un'unione doganale e di difesa con la Svizzera e adottò la valuta svizzera al posto di quella austriaca. Nell'aprile 1919, il Vorarlberg, la provincia più occidentale dell'Austria, votò a grande maggioranza per aderire alla Svizzera; tuttavia, sia gli svizzeri che gli Alleati ignorarono questo risultato.

Pace di Praga (1866)

La Pace di Praga (in tedesco: Prager Frieden) fu un trattato di pace firmato dal Regno di Prussia e dall'Impero Austriaco a Praga il 23 agosto 1866. In combinazione con i trattati della Prussia e di diversi stati della Germania meridionale e centrale, pose effettivamente fine alla guerra austro-prussiana.

Il trattato fu clemente nei confronti dell'Impero Austriaco perché Otto von Bismarck aveva convinto Guglielmo I che mantenere il posto dell'Austria in Europa sarebbe stato meglio di condizioni dure per il futuro della Prussia.